Il 4 marzo 2025 è la Giornata Mondiale contro l’HPV

Il Papillomavirus Umano (HPV) è il virus responsabile dell’infezione sessualmente trasmessa (IST) più diffusa al mondo, sia nelle donne che negli uomini.

Nel 1995 l’HPV è stato inserito tra gli agenti cancerogeni per gli esseri umani. Infatti, il virus è responsabile quasi del 100% dei tumori della cervice uterina, dell’88% dei tumori anali in entrambi i sessi, del 70% dei tumori vaginali, del 50% dei tumori del pene e del 43% dei tumori vulvari. È responsabile anche dei tumori dell’orofaringe sia nel sesso maschile che femminile.

La maggior parte delle infezioni non manifesta sintomi e si risolve spontaneamente in 1-2 anni.

La persistenza dell’infezione da HPV ad alto rischio però, associata a fattori di rischio come il fumo, l’abuso di alcool, l’uso prolungato di contraccettivi orali, la promiscuità, i rapporti sessuali maschio-maschio, patologie che riducono le difese immunitarie e altre infezioni sessualmente trasmesse (in particolare l’HIV), può comportare la comparsa di lesioni precancerose e tumori.

Il tumore alla cervice uterina è curabile se diagnosticato e trattato precocemente. Purtroppo però, ancora oggi, rappresenta una delle cause di morte correlata a tumore più frequente tra i tumori che colpiscono le donne, ed è la 5° neoplasia più frequente fra le donne con meno di 50 anni. Si tratta comunque di un tumore molto aggressivo, con una sopravvivenza a 5 anni del 68%. Circa l’80% delle donne italiane prima dei 30 anni e sessualmente attive contrae un ceppo di virus HPV in età fertile e oltre il 50% si infetta con un ceppo ad alto rischio oncogeno (HR-HPV). L’incidenza e la mortalità di questo tumore sono in forte calo in Italia, grazie all’introduzione del vaccino contro l’HPV e ai programmi di screening.

La positività all’HPV durante i test di screening è molto diffusa, ma di per sé non rappresenta un motivo di allarme in quanto non è indice di una patologia ma solo di un’infezione da monitorare.

HPV e patologie correlate: non solo un problema femminile

L’infezione da HPV non interessa solo le donne, infatti a livello mondiale la prevalenza dell’HPV nei maschi risulta essere del 31%. La presenza del virus nei maschi è risultata elevata già dopo i 15 anni e raggiunge i massimi livelli nei giovani uomini fra i 25 e i 29 anni, per rimanere stabile fino a 50 anni.

Quasi 1 maschio su 3 di età superiore a 15 anni è infetto da almeno un ceppo di HPV e 1 su 5 è infetto da uno o più ceppi ad alto rischio.

Recentemente è emerso infatti un aumento dei tumori HPV-correlati nel sesso maschile: quasi il 30% dei casi di carcinomi HPV-correlati si verificano negli uomini. In questa categoria, però, l’infezione sembra avere una minore tendenza alla persistenza e la prevalenza rimane stabile nell’arco della vita e non presenta i picchi caratteristici del sesso femminile a 25 e 45 anni e in epoca post-menopausale.

I partner di donne con lesioni cervicali intraepiteliali (CIN) o carcinoma della cervicale presentano una prevalenza di HPV a livello dell’orofaringe superiore a quello della popolazione generale ed un maggiore tasso di incidenza di cancri della lingua e delle tonsille. L’HPV può persistere nell’orofaringe anche 1-2 anni e potrebbe pertanto essere stato contratto da un partner precedente.

Ad oggi non è prevista l’esecuzione del test di screening HPV nel sesso maschile.

Prevenire i tumori HPV-correlati con il vaccino

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda la vaccinazione, per entrambi i sessi, come misura di prevenzione primaria fondamentale, non solo per ridurre la circolazione del virus grazie all’immunità di gregge, ma anche per proteggere sia le donne che gli uomini dalle patologie HPV-correlate e ridurre il rischio di reinfezioni nella coppia.

Si tratta di un vero e proprio vaccino contro il cancro, altamente efficace e sicuro per tutte le età. Gli effetti collaterali sono generalmente lievi e temporanei, come dolore nel sito di iniezione o febbre lieve.

La vaccinazione anti HPV 9-valente protegge contro i tipi di HPV responsabili di circa il 90% dei cancri HPV-correlati e condilomi genitali, in entrambi i sessi.

Grazie alle vaccinazioni anti-HPV e alle campagne di screening, i tassi di incidenza del tumore della cervice uterina e la sua mortalità risultano in calo.

La vaccinazione risulta vantaggiosa a partire dai 9 anni di età, con i massimi risultati prima dell’inizio dei rapporti sessuali. Studi clinici hanno dimostrato l’effetto immunogeno anche nell’età adulta, con beneficio particolarmente rilevante se la vaccinazione avviene prima dei 50 anni, quando l’incidenza dell’infezione aumenta, ricordando però che potrebbe ridursi l’efficacia di prevenzione perché aumenta la probabilità di precedenti contagi.

È fondamentale comprendere che il vaccino è fortemente raccomandato, non solo agli adolescenti (maschi e femmine), ma anche alle donne e agli uomini in età adulta. Infatti, la vaccinazione nelle donne adulte è efficace nel prevenire le infezioni da ceppi del virus non ancora contratti e riduce significativamente il rischio di sviluppare patologie correlate.

La vaccinazione nelle donne, risultate positive al virus durante i test di screening, aumenta significativamente la probabilità di eliminare l’infezione rispetto a quelle non vaccinate.

La vaccinazione post-trattamento delle lesioni cervicali di alto grado (CIN2/3) è raccomandata e rappresenta un vantaggio in quanto, pur non essendo un trattamento terapeutico nei confronti della malattia residua, riduce e previene l’incidenza di recidiva e nuove infezioni virali da altri tipi di HPV contenuti nel vaccino stesso; inoltre comporta un ulteriore beneficio protettivo oltre al trattamento locale. Le donne trattate per lesioni precancerose che ricevono il vaccino hanno una probabilità significativamente ridotta di sviluppare nuove lesioni o di progredire verso forme più gravi della malattia.

La vaccinazione non esclude la necessità e l’importanza di continuare a sottoporsi periodicamente ai test di screening. Infatti, le donne già vaccinate, possono comunque sviluppare lesioni indotte da ceppi di HPV non contenuti nel vaccino oppure presentare recidive in seguito ad una lesione HPV-correlata trattata.

Attualmente viene somministrato il vaccino 9-valente, che protegge contro 9 ceppi di HPV, tra cui quelli responsabili dell’insorgenza dei tumori.

Nei soggetti fino a 14 anni di età compresi si somministrano due dosi di vaccino mentre a partire dai 15 anni di età il ciclo vaccinale comprende 3 dosi. L’ottimale è completare il ciclo entro 1 anno, ma se così non fosse, il ciclo vaccinale non viene mai ricominciato dall’inizio ma si prosegue da dove era stato interrotto.

Il vaccino ha dimostrato un’eccellente durata di protezione e ad oggi non ci sono evidenze scientifiche della necessità di un richiamo.

Si raccomanda continuare ad usare il preservativo, nel caso di coppie non stabili, in quanto il vaccino non previene altre malattie sessualmente trasmesse.

Dove e quando posso vaccinarmi?

Sabato 8 marzo, dalle ore 9 alle ore 12, sarà possibile vaccinarsi contro l’HPV in tutti i centri vaccinali del Trentino, come ogni secondo sabato del mese. Potranno vaccinarsi gratuitamente le donne fino a 40 anni e gli uomini fino a 30 anni, iscritti al Servizio Sanitario Provinciale e non precedentemente vaccinati con ciclo completo contro il virus.

Sarà data priorità ai prenotati, con la possibilità di accesso libero anche senza prenotazione. E’ possibile prenotarsi tramite CUP o TreC+ per accedere alla vaccinazione anche durante la settimana.

La vaccinazione è un’opportunità unica per l’intera comunità in quanto il vaccino permette di eradicare il carcinoma della cervice uterina e combattere gli altri tumori HPV-correlati anche nel sesso maschile.

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